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Dimenticata dalla Legge Stanca l'accessibilità a scuola

Data 14/1/2006 20:20:00 | Categoria: Aggiornamento

A due anni dall'entrata in vigore, mancano strumenti didattici accessibili
Era stata approvata nel 2004 e, a distanza di due anni, è entrata in vigore solo parzialmente. Parliamo della famosa "Legge Stanca": mentre se ne celebrano i risultati ci si dimentica per strada un articolo, il numero 5, in base al quale gli strumenti didattici e formativi, compresi i libri di testo, devono essere forniti in formato accessibile agli studenti disabili.

Voi ne avete visti di questi strumenti?
"Mentre per l'accesso a Internet, all'hardware ed agli applicativi software di tipo generale i regolamente previsti dalla legge sono già definiti e in vigore, nulla si è mosso per gli strumenti didattici e neppure una prima bozza dell'atteso regolamento è stata finora realizzata dai due Ministri competenti" - afferma l'onorevole Luana Zanella, che ha presentato una interrogazione al Ministro dell'Istruzione e al Ministro per l'Innovazione e
la Ricerca.
La disponibilità dei libri di testo in formato digitale è un'esigenza sempre più sentita tra i genitori e gli studenti disabili, come testimonia anche l'appello ai Ministri competenti, promosso un anno fa da alcuni genitori e firmato da quasi mille persone: mille mamme e papà allarmati, già allora preoccupati che nell'anno scolastico che stava per iniziare l'articolo 5 della legge 4/2004 rimanesse ancora inapplicato.
"Ci chiediamo - continua la Zanella - se il Governo stia concretamente
realizzando delle iniziative per superare questi ritardi, e fare in modo che almeno a partire dal prossimo anno scolastico, 2006/2007, il terzo dopo l'approvazione della legge, gli alunni disabili potranno servirsi di
strumenti didattici e libri di testo accessibili".

Certo non è una questione di soldi, nè di mancanza di idee o di spirito di iniziativa. Evidentemente strumenti didattici accessibili fanno meno rumore e affascinano meno l'opinione pubblica rispetto a quei prodotti didattici multimediali del tutto inaccessibili ai disabili (come il Divertinglese sviluppato in collaborazione con la Rai) o rispetto ai costosi progetti per la diffusione delle tecnologie informatiche nella didattica. Tecnologie che non tengono minimamente conto dei requisiti di accessibilità.
Niente accessibilità, niente integrazione, insomma. E questa mancanza
rischia di riflettere un disinteresse più ampio, come fa notare la Zanella, sostenendo che "il Ministero dell'Istruzione dovrebbe avere un ruolo attivo e determinante nella diffusione della cultura dell'accessibilità nella scuola".

Francesca Lorandi




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