
Il valore della cooperazione nell'innovazione della didattica
Data 20/2/2006 3:20:00 | Categoria: Aggiornamento
| "A Suo avviso, che valore ha la cooperazione dei molti soggetti impegnati nel sistema-scuola come le Associazioni professionali, gli IRRE, le Università, gli Istituti di Ricerca nello sviluppo di una reale innovazione della didattica?" da Indire.it Nella società attuale, nel nuovo scenario tracciato dalla Legge sul Riordino dei Cicli e dell’intero contesto normativo (Regolamento sull’Autonomia e Nuovo Obbligo Scolastico) nonché dalla Legge della Riforma della Scuola di I° e II° Grado, si avverte fortemente l’esigenza ed anche l’opportunità di individuare percorsi formativi per gli alunni che siano arricchiti rispetto al passato da nuovi strumenti conoscitivi che aiutino a sviluppare nel discente le capacità riflessive, logico-espressive e creative e che si pongano quale obiettivo interdisciplinare il pluralismo culturale e linguistico, la riflessione dello studente sul proprio processo di apprendimento e l’organizzazione autonoma del proprio itinerario formativo.
 Ne consegue quindi che per lo sviluppo di una reale innovazione della didattica, la cooperazione dei molti soggetti impegnati nel sistema-scuola ha una rilevanza notevole perché l’azione si orienti verso l’acquisizione di nuove conoscenze, lo studio delle lingue comunitarie, l’avvicinamento della scuola all’impresa, la lotta all’esclusione e il riconoscimento della parità tra investimento materiale ed investimento nella formazione. Come Associazione Professionale Adilt desideriamo proporre all’INDIRE un Progetto di cooperazione-formazione a largo raggio, ancorato al territorio attraverso le “Scuole-Polo” che abbiamo istituito in diverse regioni d’Italia, per la diffusione della lingua e l’aggiornamento dei docenti. Laura Stame, ADILT La cooperazione dei diversi soggetti impegnati nel sistema scuola per avviare e sviluppare innovazioni nella didattica può avere, a mio avviso, una valenza molto elevata. La formazione in servizio dei docenti richiede aggiornamento sia sul fronte disciplinare sia su quello metodologico-didattico. La cooperazione con l’università consente al docente di apprendere i cambiamenti apportati alla propria disciplina dalla ricerca scientifica e di integrarli nella materia di insegnamento. Le associazioni professionali, gli IRRE, gli istituti di ricerca, a loro volta, possono dare importanti contributi in base alle acquisizioni delle scienze cognitive e pedagogiche, per introdurre corrette pratiche di insegnamento/apprendimento. Vi è un nesso molto stretto tra i due versanti in tanto in quanto ogni disciplina richiede di attivare determinate operazioni per acquisire conoscenze e competenze attraverso procedure., che rispettino sia il suo statuto epistemico, sia il contesto culturale in cui avviene il processo di apprendimento. Pertanto una innovazione reale della didattica può attivarsi, essere sostenuta e perdurare nel tempo, attraverso una modalità tecnologica, quella dell’ organizzazione a rete, in cui i soggetti, appartenenti a strutture diverse abbiano in comune una cultura progettuale, obiettivi e regole di governo degli scambi tra di loro. Elide Sorrenti, AEEE Penso che abbia una importanza fondamentale, naturalmente! La scuola ha bisogno di docenti preparati e aggiornati continuamente sia per quanto riguarda gli aspetti disciplinari che quelli metodologici, ma anche per gli aspetti legati alla evoluzione della professione nel quadro dei cambiamenti strutturali del sistema Istruzione. Frequentemente questa “rivisitazione “ della professione ricade pressoché interamente sulle spalle del singolo docente, che agisce in “solitudine” ed in un contesto non sempre trasparente all’informazione e collaborativo. Il supporto e lo stimolo delle Associazioni Disciplinari e Professionali, dell’Università, dei vari enti di Ricerca e Formazione diviene essenziale e tanto più efficace quanto più questi enti collaborano, fra loro e con i docenti “sul campo”, per la definizione e l’attuazione di progetti di innovazione ed aggiornamento e di ricerca ( non può esserci innovazione se non c’è ricerca!). Altra condizione essenziale per l’innovazione è che l’informazione ( su ricerche, “buone pratiche”, progetti di aggiornamento, etc.) circoli! La collaborazione deve essere anche un modo per fare circolare le informazioni, per costruire spazi di discussione e di confronto, perché “l’innovazione” diventi patrimonio diffuso! Cosimo Mansueto, AIC
La cooperazione è un valore assoluto e sono convinto che la diversità sia una ricchezza da sfruttare. Una cooperazione VERA tra questi soggetti che operano nel sistema scuola eviterebbe le ridondanze e gli sprechi in termini sia di denaro che di capitale umano a cui spesso assistiamo. Attualmente capita sovente che allo stesso gruppo di scuole arrivino offerte innovative, proposte da soggetti differenti, ma dedicate allo stesso target. L'inevitabile aumento di entropia non giova certo all'innovazione didattica. Infatti si può constatare che maggiore è la confusione determinata dal numero di proposte contrastanti (magari anche solo marginalmente) e maggiore è la tendenza del docente a rinchiudersi sui propri modelli d'insegnamento, non importa quanto obsoleti, non importa quanto scorretti. Sicuramente il lavoro fatto è stato parziale. Per le discipline scientifico-sperimentali la pratica laboratoriale è una prassi inalienabile e di metodo. In questo caso il solo rapporto con Indire basato su materiali utilizzabili in e-learning non è potuto essere esaustivo. La nostra ipotesi di lavoro è quella di creare un sistema di formazione e supporto, in rete e in presenza. In questo contesto ci troviamo in sintonia con quanto prospettato dal dr. Biondi nel nostro ultimo incontro. Riccardo Govoni, AIF Volendo sintetizzare al massimo le considerazioni su un tema di cosi vasta portata e importanza, direi che la cooperazione tra i vari soggetti impegnati nel sistema scuola potrebbe effettivamente rappresentare un fattore di qualità e fare la differenza rispetto a progetti parziali, settoriali scollegati fra di loro e soprattutto non misurabili e verificabili nei loro esiti effettivi. Nella realtà, fino ad ora, i vari attori dello scenario educativo si sono mossi secondo un copione estemporaneo e soggettivo, senza che ci fosse un Progetto comune e condiviso, anche e soprattutto, per la mancanza di un riferimento istituzionale preciso che faccia uno studio dei bisogni, monitorizzi le risorse e prepari un piano strategico e sinergico di azione tra i vari componenti, al fine di rendere la formazione e l’aggiornamento non solo “attraenti” per docenti e Scuole ma indispensabili. Maria Luisa Jetti, AISPI A parere dell’ANIAT, la cooperazione fra i soggetti impegnati nel sistema scuola è fondamentale per poter immaginare una reale e, soprattutto praticabile, innovazione della didattica. Tutti i problemi creatisi con l'attuale riforma della scuola, indipendentemente dai contenuti più o meno condivisibili, dipendono dal fatto che da parte del cosiddetto riformatore unico si è, di fatto, sottovalutato (quando non del tutto ignorato) l’apporto, sicuramente prezioso, di tutte le componenti associative: IRRE, Università, Istituti di Ricerca, associazioni, enti, ecc. che, comunque, avrebbero dovuto essere coinvolte ed a pieno titolo per ragioni di competenza, pluralismo, largo respiro culturale. In questa fase operativa, è necessario che vi sia almeno un soggetto che possa svolgere non solo l'importante funzione di coordinamento, ma essere un vero e proprio agente formatore di innovazione, ricerca, oltre che mediatore fra i vari soggetti sicuramente portatori di proposte e progetti. Ora è chiaro che l’Indire, così inteso, avendo le possibilità di un rapido e costante collegamento sia con gli organi istituzionali, sia con le varie associazioni professionali, sia con i dirigenti scolastici e i singoli docenti e personale Ata, nonché Irre e Università, che accedono ai vari corsi di formazione e ai forum, si trova nelle condizioni ideali per svolgere questa funzione, ricevendo e facendo circolare le idee, sullo stato delle conoscenze in materia di migliore efficacia didattica e pedagogica. Tale cooperazione dovrebbe in primo luogo puntare a rafforzare i settori culturali dove essa può maggiormente contribuire all'avanzamento delle conoscenze generali. In secondo luogo, allargare il patrimonio delle aree di eccellenza del campo scientifico-tecnologico in maniera tale da essere “esportato” al fine di acquisire anche un accresciuto peso internazionale. Infine, la cooperazione, dovrebbe permettere la ricerca dei fattori comuni individuati nei vari settori considerati prioritari in base anche al rapporto Ocse. Luisa Mandosso e Leone Cesare, ANIAT Se non c'è cooperazione non c'è sistema ma una diaspora di iniziative non sinergiche. A volte funziona un correttivo molto semplice, dato che non è raro che qualcuno abbia più "vesti" - insegnante, formatore, membro di associazioni professionali, ecc. e innanzitutto si coordina con se stesso mobilitando le diverse risorse a cui può accedere. Ma non basta: chi opera isolatamente nella formazione non può essere di valido esempio a coloro a cui si raccomanda di lavorare collegialmente, di favorire le attività di gruppo tra gli studenti, di porsi in discussione per esplorare strade nuove con coraggio - ma senza pressappochismo velleitario. La cooperazione autentica richiede la capacità di ascoltare e capire l'interlocutore, senza che nessuno si arroghi preventivamente il diritto di imporre agli altri un modello di formazione. Ciò porterebbe a ingessature, non a sviluppo dell'innovazione. L'ANILS conferma la piena disponibilità a partecipare a iniziative nel settore linguistico (soprattutto lingue straniere e italiano come seconda lingua) che si iscrivano in questo quadro, a cominciare da quella specificamente prevista nel Progetto per la lingua inglese nella scuola primaria. Gianfranco Porcelli, ANILS Partiamo da questa constatazione: i circa 800 mila insegnanti hanno avuto una difettosa formazione professionale nella scuola secondaria e all’università. Una minoranza di loro ha emendato i difetti attraverso percorsi di aggiornamento in servizio e grazie alla disponibilità all’autoformazione e alla ricerca didattica. Tutti gli altri hanno ereditato e introiettato un senso comune sulle discipline, sulla psicologia cognitiva, sui processi di apprendimento, sulle competenze professionali che li mette in condizione di essere succubi della manualistica e, generalmente, cattivi trasmettitori di nozioni e di concetti. È indispensabile rivoluzionare il senso comune ereditato e sostituirlo con un altro costituito dall’idea 1. che le conoscenze sono il prodotto di processi di costruzione psicosociocognitiva: 2. che le discipline sono costituite da conoscenze, sistemi di conoscenze ed anche da procedure, metodi e pratiche, 3. che le discipline sono sistemi in evoluzione e aperti a rapporti di collaborazione interdisciplinare, 4. che gli scolari sono intelligenti e dotati di preconoscenze e di preconcezioni, di orientamenti motivazionali e di stili cognitivi diversi di cui tener conto, 5. che i processi di apprendimento/insegnamento vanno organizzati, 6. che i processi di insegnamento/apprendimento vanno pensati, governati e curati, in un ambiente e con una organizzazione che vanno a loro volta pensati, governati e curati, 7. che l’apprendimento è un processo di costruzione psicosociocognitiva, 8. che i testi manualistici vanno smontati e ristrutturati, 9. che l’insegnamento e l’apprendimento è bene che avvengano anche mediante oggetti e immagini e frequenza di istituzioni culturali, 10. che ci sono libri diversi dai manuali e la multimedialità che possono essere usati con profitto nella preparazione, programmazione dei processi, 11. che la professione d’insegnante è una professione intellettuale che si onora seguitando a studiare anche dopo la laurea e l’ingresso in ruolo e concependo l’insegnamento e l’apprendimento come un campo di ricerca. Le idee riguardanti ciascuno dei 11 punti sono state elaborate dagli studiosi di epistemologia e metodologia, di didattica, psicopedagogia da molti anni, ma non sono riuscite finora a trovare un varco nella impermeabilità che oppone il senso comune ereditato da tanti insegnanti alle idee circolanti nei libri e nelle comunità di ricerca. Diventa essenziale la cooperazione tra i tanti soggetti protagonisti delle iniziative di aggiornamento: solo essa potrà essere capace di scalfire il muro di gomma cognitivo grazie alla concorrenza e convergenza di visioni condivise. Ma occorre che tale cooperazione sia esaltata da condizioni favorevoli all’esercizio di attività di aggiornamento: • intreccio teorie – laboratori – pratiche – esperienze – revisione di esperienze; • lavori in presenza - tutoring a distanza – lavori in presenza; • materiali didattici esemplari, • tempi adeguati sia nella durata sia nella scansione delle attività • formatrici e formatori di qualità, • organizzazione scolastica volta all’innovazione, • facilitazione, sostegno, riconoscimento e valorizzazione della cultura dell’innovazione e dell'attività di aggiornamento/formazione per i docenti che vi partecipano attraverso investimenti culturali ed economici adeguati. • la libertà/diritto, responsabilità dell'insegnante di sperimentare quanto abbia appreso in un percorso di aggiornamento. “Clio ‘92” è impegnata – da molto tempo - a cooperare con IRRE, INDIRE, con altre associazioni nel Forum, con le scuole e le reti di scuole. Perciò pensiamo che la cooperazione sia il valore aggiunto che attualmente può potenziare i processi di formazione e di aggiornamento. Siamo di fronte ad una prospettiva inusitata e promettente. Speriamo che i decisori se ne rendano conto e creino le condizioni affinché si potenzi l’efficacia della cooperazione. Ivo Mattozzi, Clio ’92 L' Associazione Diesse - Didattica e innovazione scolastica - centro per la formazione e l'aggiornamento" è da tempo impegnata in attività di formazione dei docenti nel quadro di un sostegno all'innovazione introdotta dalle riforme e al servizio dell'autonomia. In questo contesto si è rilevata la necessità di una strategia nazionale per la formazione dei docenti con particolare attenzione allo sviluppo della professionalità. Quindi riteniamo positiva la collaborazione con Indire per la costituzione di una rete sinergica adeguata alle esigenze dei docenti. Stefania Barbieri e Cristina Danese, Diesse E’ molto importante che l’attuale riorganizzazione del sistema formativo del personale scolastico preveda l’individuazione di nuove modalità di collaborazione e collegamento fra più soggetti. Ciò consente di conoscere e affrontare le tematiche in questione da punti di vista diversi, con competenze specifiche ed esperienze concrete maturate nei differenti ambiti professionali. Attraverso la creazione di reti inter-istituzionali e inter-professionali si può favorire la ricerca metodologica e la sperimentazione didattica all’interno delle istituzioni scolastiche. In particolare riteniamo che sia necessario sviluppare processi di innovazione metodologica e didattica che siano attenti alle diversità e alla potenzialità di tutti gli alunni. Nicola Quirico e Andrea Socrati, FADIS L’innovazione nella didattica è il risultato di un processo di continua revisione che gli insegnanti realizzano per dare risposte in sintonia con le trasformazioni del contesto in cui operano, filtrandole attraverso gli strumenti professionali di cui dispongono. Essi esercitano una mediazione continua tra la società e i bisogni formativi dei giovani e hanno necessità di supporti costantemente rinnovati che li aiutino a dare senso e valore al loro lavoro. In un sistema articolato e complesso in cui ogni insegnante deve trovare la propria tonalità di accesso alla didattica e alla metodologia, alle innovazioni ordinamentali come rispetto alle diverse situazioni in cui si trova ad operare, è necessario che gli stimoli siano differenziati e rispondano alla molteplicità dei percorsi, degli approcci e delle impostazioni ideali e culturali in un contesto pluralista aperto al confronto. Le associazioni professionali, gli IRRE, le Università, gli Istituti di Ricerca sono connotati da una specificità di esperienze e di contenuti e coprono un’ampia gamma di esigenze di cui gli insegnanti hanno bisogno nelle diverse fasi della loro attività e della loro biografia professionale. Gigliola Corduas, FINISM Io credo che la collaborazione tra gli Enti che si occupano a vario titolo di formazione non sia un semplice valore aggiunto ma un aspetto essenziale se si vogliono attivare, nella scuola italiana, reali processi di innovazione. Ritengo che la scuola stia attraversando un periodo difficile da vari punti di vista: bersagliata dalle riforme, messa in crisi da un gap culturale del tutto nuovo tra i linguaggi e le competenze dei docenti e degli studenti, stretta nell’angolo dal moltiplicarsi di agenzie culturali e media che le sottraggono il primato della distribuzione delle informazioni. Tutto questo, come dice Morin, in una realtà complessa che non si può decifrare con le sole competenze disciplinari. E’ evidente quindi che la scuola italiana deve trasformare profondamente la sua didattica e le sue modalità di approccio ai contenuti se vuole non solo far fronte al mutamento ma imparare a governarlo e a rispondere ai nuovi bisogni formativi degli studenti. Per questo è importante che sia sostenuta, in questo sforzo di innovazione, da tutte le agenzie qualificate presenti sul territorio. Il coordinamento tra esse, dunque, non può che rafforzare l’incisitivà dei loro interventi. Patrizia Vayola, INSMLI La cooperazione tra i vari soggetti impegnati nel sistema scuola non è solo auspicabile in quanto rispecchia la complessità della società stessa ma ormai ineludibile. Va, quindi, sostenuta ed incoraggiata dagli organismi e dalle istituzioni che per finalità possono spingere l’acceleratore in questa direzione. Le parole chiave irrinuciabili per dare un avvio significativo al processo collaborativo a mio avviso sono: • la conoscenza reciproca della pluralità dei soggetti • la concertazione come confronto tra i soggetti • la legittimazione di ruolo paritario versus una sterile gerarchizzazione • la condivisione dell’intero percorso di innovazione didattica ( finalità, obiettivi, metodi…) • la valorizzazione del pregresso bagaglio di conoscenze ed esperienze dei vari soggetti Nella Panzarasa, LEND La cooperazione dei soggetti impegnati nel sistema scuola:-Offre tutte le possibili risorse nel campo della ricerca didattica e dell'azione educativa e quindi è il presupposto per la scelta delle migliori e più efficaci risorse in questi ambiti.-Da modo , oltre che di offrire un servizio qualitativamente valido, di soddisfare le molteplici esigenze di cui un unico soggetto non potrebbe farsi carico.- Favorisce attraverso la circolazione delle idee la crescita della ricerca didattica ed educativa, togliendo i soggetti coinvolti dall'isolamento e impedendo l'autoreferenzialità.-Accredita i soggetti coinvolti, perchè se è vero che MATHESIS, INDIRE, IRRE ed UNIVERSITA' non hanno bisogno di riconoscimenti esterni, la cooperazione è pur sempre un buon manifesto pubblicitario per tutti. Maria Paola Giovine, Mathesis La considerazione che all’aumentare della complessità in tutti gli aspetti della vita contemporanea e ancora di più nell’ambito educativo e formativo debba far seguito una maggiore cooperazione fra istituzioni e società civile, in una logica di pluralità di soggetti che forniscono il loro contributo a sostenere le sfide della modernità, può apparire quasi scontata. Nella realtà, tuttavia, non è sempre facile realizzare una effettiva cooperazione. Nella mia esperienza di insegnante e di soggetto attivo all’interno di un’associazione professionale, la SIEM, ho maturato la coscienza che una reale innovazione della didattica non possa avvenire se non integrando le conoscenze e le competenze dei vari attori del sistema formativo. Considero la condivisione di saperi e di esperienze un vero e proprio prerequisito per intraprendere un percorso di innovazione e di cambiamento che si presenta ineludibile, ma anche per questo genera resistenze e chiusure soprattutto nella categoria degli insegnanti che si trova in prima linea, spesso più screditata che supportata, nella difficile ridefinizione del proprio ruolo e della propria funzione. Fausto Ciccarelli, SIEM (Società Italiana Educazione Musicale) Il valore aggiunto della cooperazione di tanti soggetti impegnati nella didattica,al momento sta proprio nelle sinergie che si manifestano per effetto nell'incontro.Finchè queste organizzazioni operano separatamente c'è il rischio che i risultati delle attivitàe della ricerca didattica non circolino e che più enti lavorino attorno alle stesse ideesenza incontrarsi mai e senza mai arrivare a far decollare il processo di innovazione della didatticache è un processo coinvolgente e richiede l'adesione di molti attori: insegnanti e scuola,studenti, famiglie e società.Per una disciplina come la mia, la statistica, poi, della quale tutti parlano, a proposito eda sproposito, è fondamentale l'incontro e l'impatto con le altre discipline e con associazioni ed istituzioni.La statistica è infatti trasversale a quasi tutte le discipline ed inoltre l'uso accorto della statisticaconsente il monitoraggio di qualunque processo di innovazione. Maria Gabriella Ottaviani, SIS (Società Italiana Statistica) La cooperazione dei molti soggetti impegnati nel sistema-scuola ha di per sé un grande valore. Per quanto riguarda il contributo delle Associazioni Professionali, il valore sta principalmente nel patrimonio di esperienza e professionalità condivisa e accumulata in decenni di impegno volto al miglioramento della qualità dell'insegnamento. Rendere questo patrimonio fruibile anche attraverso le nuove tecnologie è un grande servizio alla scuola italiana. E' necessario tuttavia che tale cooperazione possa disporre degli strumenti necessari a far entrare l'innovazione nei luoghi della didattica, cioè nelle scuole e nelle università. E in questo deve essere sostenuta da provvedimenti e da normative di indirizzo coerenti, cioè realmente "innovativi", che creino le condizioni affinché l'innovazione sia condivisa, accettata e praticata con convinzione. Occorre che si diano spazio ed incentivi concreti ad una "cultura dell'innovazione", che non può che passare innanzitutto attraverso la formazione iniziale ed in servizio, e lo sviluppo professionale di docenti e dirigenti". Mary Beth Flynn, TESOL Ogni processo di innovazione richiede accompagnamento qualificato e significativo nei confronti dei professionisti. Si tratta sempre di convertire mentalità, di affinare competenze, di chiarire significati, di cogliere collegamenti. Un’operazione complessa che chiede sinergia tra più soggetti in grado di dare, ciascuno, un contributo specifico e competente. Una sinergia non è data, ma cheva costruita; per questo, come Associazione, abbiamo sempre guardato con favore ad ogni possibilità di coordinamento efficace e costruttivo fra i vari soggetti che hanno in carico la formazione. Non solo tale coordinamento è per noi utile, ma costituisce una delle principali leve di innovazione e uno dei canali privilegiati per sostenere la costruzione del sé professionale. Consente, infatti, di scorgere legami tra le idee, rafforzare percorsi di riflessione e contribuisce a cogliere la complessità degli eventi educativi senza scivolare in operazioni semplificatorie. Una formazione non omologante deve essere attenta alla varietà delle esigenze formative; pertanto è utile una differenziazione di proposte per rispondere all’ampio e legittimo ventaglio (sia sul piano del contenuto che del metodo) di richieste. Collaborazione e coordinamento, pensati come opportunità di reale ed efficace integrazione fra competenze plurali, sono dunque da sostenere, incrementare e riorientare costantemente nella ricerca di forme sempre più adeguate e qualitativamente all’altezza delle reali necessità formative dei professionisti di scuola. Mariangela Prioreschi, AIMC
da Indire.it Alla stesura dell'articolo hanno contribuito Costanza Braccesi e Gianluca Torrini, Indire Comunicazione
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